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Avvistamenti 2011 - VIII edizione a Bari dedicato ad Augusto Tretti -

Il Cineclub Canudo presenta l’ottava edizione della mostra internazionale del video e del Cinema d’autore Avvistamenti, organizzata e diretta da Daniela Di Niso e Antonio Musci e patrocinata dall’Assessorato al Mediterraneo, alla Cultura e al Turismo della Regione Puglia.
L’evento si svolgerà presso il Cinema Nuovo Splendor di Bari il 20 e 21 dicembre 2010, a partire dalle ore 17.00 fino a tarda sera con fitto programma di proiezioni.
Il programma prevede diverse sezioni, tra cui la rassegna monografica di quest’anno, dedicata al regista “anarchico di linea veronese Augusto Tretti.
Classe 1924, Tretti è un autore - parafrasando Ennio Flaiano, suo grande estimatore - difficilmente collocabile negli scaffali della cinematografia italiana, “un fenomeno isolato o, peggio, da isolare”.

Di lui Fellini diceva: “Do un consiglio a tutti i miei amici produttori: acchiappate Tretti, fategli firmare subito un contratto, e lasciategli girare tutto quello che gli passa per la testa. Soprattutto non tentate di fargli riacquistare la ragione; Tretti è il matto di cui ha bisogno il cinema italiano”.

Purtroppo di quel matto, i cui film sono per un altro grande maestro come Florestano Vancini, i più strabilianti e fuori dal comune, il cinema italiano, che ormai vive oggi una nuova stagione di telefoni bianchi, al contrario sembra proprio non aver bisogno, confermando la triste profezia di Flaiano.

Nella sua travagliata carriera di regista, tra mille traversie produttive e vere e proprie interdizioni, soprattutto del mondo della politica, Tretti ha realizzato quattro film in un lasso di tempo di circa trent’anni (La legge della tromba, II potere, Alcool e Mediatori e carrozze). Dopo aver realizzato nel corso degli anni cinquanta una serie di cortometraggi in 8mm, purtroppo andati perduti, e dopo essere stato aiuto regista di Fellini nel film Il bidone, nel 1957 comincia a girare il suo primo lungometraggio in pellicola 35 mm, La legge della tromba, che terminerà solo nel 1960. All’uscita del film riceverà dai critici di provincia solo giudizi negativi e superficiali, mentre raccoglie l’entusiasmo di grandi intellettuali, scrittori e registi del calibro di Moravia, Fortini, Fellini, Antonioni, Maselli, Vancini, Zurlini, Zavattini e Flaiano, i quali lo invogliano a proseguire sulla strada della ricerca già intrapresa con il primo lungometraggio. Ne verrà fuori quello che possiamo considerare il capolavoro di Tretti, Il potere, un film a episodi che narra come nel corso della storia umana il potere resti saldamente nelle mani di forze reazionarie, che non si fanno scrupolo di ricorrere alla violenza e all’oppressione pur di conservarlo. Nel film egli mette radicalmente in discussione non questo o quel sistema di potere, ma il potere tout court, ridicolizzandolo e rendendolo vulnerabile, al punto da indurre un noto politico socialista, presente alla proiezione del film “Il potere” alla Mostra del Cinema di Venezia del 1971, a sentenziare che Tretti non avrebbe mai più girato un film in vita sua.

E in effetti, dopo quelle parole, una vera e propria produzione Tretti non è mai riuscito a trovarla, se si fa eccezione per la Provincia di Milano, per la quale realizza nel 1979 il suo terzo lungometraggio, Alcool, e la scuola di Ermanno Olmi a Bassano del Grappa, Ipotesi Cinema, per la quale gira nel 1985, insieme agli allievi, il cortometraggio Mediatori e carrozze.

Un caso di vera e propria censura preventiva che la politica ha esercitato sul cinema, ridotto a puro intrattenimento e divenendo esso stesso strumento per narcotizzare ed ottenere il consenso, servendosi oltre che della televisione e della stampa, anche di tutti quegli apparati su cui si regge il sistema reazionario dello spettacolo in Italia: i produttori e distributori affaristi, i funzionari dei ministeri e perfino i festival della mondanità più insulsa e della vacuità dei premi, in cui lo stesso Tretti e molto più modestamente anche noi non crediamo assolutamente. Tretti non è stato ignorato dalla critica, ma rimosso: l’oblio a cui lo si vorrebbe costringere, non è il frutto di un’incolpevole distrazione, ma è un gesto calcolato e ben ponderato di censura, poiché la rimozione non è mai una svista, una dimenticanza, specie per un film come Il potere, che difficilmente passerebbe inosservato.

Dopo il suo ultimo cortometraggio, nel 1985, con la fierezza e la determinazione di chi rifiuta qualunque tipo di compromesso, Tretti ha lasciato il cinema per tornare ad occuparsi della sua azienda agricola sul Garda. Da allora, salvo rare e preziose occasioni, i suoi film sono diventati sempre più invisibili. Il nostro auspicio è che essi tornino, grazie anche ad Avvistamenti, a essere visti ed apprezzati dal pubblico, certi che esso non resterà indifferente di fronte alla comicità grottesca e al tempo stesso ancora attuale di questi film, ma il nostro invito è rivolto anche e soprattutto ai critici e agli organizzatori di festival e rassegne, affinché riscoprano questo autore, così atipico per la storia del cinema italiano, e proprio per questo così vitale, premiandolo nell’unico modo possibile per un regista come Tretti: mostrando e facendo conoscere i suoi film.
Uno speciale su Augusto Tretti sarà appositamente prodotto per Avvistamenti dalla rivista digitale di cultura cinematografica Rapporto Confidenziale, che effettuerà inoltre un puntuale resoconto critico della rassegna.
In programma il 20 dicembre alle ore 17.00 ci sarà la proiezione in pellicola del film La legge della tromba, mentre alle 19.00 è prevista la proiezione de Il potere e a seguire, alle ore 21.00, il documentario di Maurizio Zaccaro, Augusto Tretti: un ritratto (1985), attraverso cui “immergersi totalmente in un mondo fatto di racconti affascinanti e unici, di aneddoti esilaranti, di spunti e visioni che potrebbero sfociare in film sorprendenti, e tanto altro ancora”.
Le proiezioni dei film di Tretti saranno replicate agli stessi orari anche il 21 dicembre.
Le altre sezioni di Avvistamenti prevedono la proiezione, lunedì 20 alle 21.30, del documentario del regista barese Angelo Amoroso d’Aragona, Io e la mia sedia, su Enzo Del Re, cantastorie pugliese di eccezionale forza evocativa, di grande capacità innovativa sul piano della produzione musicale e dell’uso di strumenti poveri.
Martedì 21, alle ore 21.30, saranno proiettati infine i video Made in Italy, rassegna a cura di Antonio Musci, che presenta le più interessanti produzioni video, molte in anteprima per Avvistamenti, di artisti di origine pugliese, tra cui Luca Attilii, Giuseppe Boccassini, E.G.O., Igor Imhoff, Davide Pepe, Antonio Puhalovich, Carlo Michele Schirinzi e Cosimo Terlizzi, i quali incontreranno il pubblico di Avvistamenti dopo le proiezioni per un dibattito, come è ormai consuetudine per Avvistamenti.
In questa occasione sarà presentato in anteprima il video prodotto dal Cineclub Canudo nel corso del workshop di cinema sperimentale Davide Pepe’s inner cinema, condotto dal 18 al 23 gennaio 2010 dal regista pugliese Davide Pepe. Si tratta della seconda produzione del Cineclub Canudo nell’ambito degli Avvistamenti Workshops, dopo quello svoltosi a luglio del 2009, intitolato Visione_Realtà e condotto dai registi César Meneghetti ed Elisabetta Pandimiglio, nel corso del quale è stato prodotto il cortometraggio “Estasi della ragione”.
Ingresso libero dopo le ore 21.00
Per informazioni sul costo del biglietto e sui prossimi workshop è possibile contattare la segreteria di Avvistamenti ai seguenti contatti:
Tel/Fax: 080.9648653
Mob. 340.2215793 - 340.6131760
e-mail: info@avvistamenti.it
www.avvistamenti.it

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