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92 – CATTOLICA di Rudolpf Jula con Lucas Gregorowicz, Merab Ninidze, Vanessa Compagnucci (Svizzera, Germania 2003, col. 85’)
Primo lungometraggio, presentato solo in alcuni festival, del regista e scrittore Rudolph Jula (classe ’65), padre italiano e madre svizzera: un road movie che percorre le strade pugliesi tra Sant’Agata di Puglia, Gravina, Castel del Monte e Trani. Narra di due fratelli (protagonisti del film), quanto mai diversi per scelta di vita e inclinazioni sessuali, ognuno in precedenza ignaro dell’esistenza dell’altro. Il più giovane è gay e fa il barista, conosce un uomo e crede di diventarne amante, ma questi gli si rivela essere suo fratello. Iniziano così un viaggio in Italia alla ricerca del padre naturale e soprattutto per conoscersi. Il tutto avviene dopo la morte della madre e il ritrovamento di un album di fotografie di loro piccoli durante una vacanza a Cattolica, assieme a due lettere. Che rivelano un segreto di famiglia: una storia d’amore tra la madre ed un immigrato italiano.
(a.m.)
91 – LA CASA DELLE DONNE di Mimmo Mongelli con Vito Bruno, Stefania Caito, Ilaria Cangialosi, Anna Capriati (Italia 2003, col. 98’)
Ispirato al romanzo omonimo di Maria Marcone, è l’opera prima del regista teatrale Mimmo Mongelli che l’ha girata a Conversano, Molfetta, Bisceglie, Noci e nella campagna barese. E’ un mélo familiare a centralità totalmente femminile: quasi un sessantennio di un pezzo della società rurale e matriarcale del Sud. E lo fa attraverso la storia di tre generazioni, del tutto avulsa dai profondi ed epocali mutamenti della società italiana. Nel passaggio dalla campagna alla città , ciò che resta ferma è la figura della donna meridionale: la grande madre alla quale gli uomini si affidano, cercandovi rifugio. E nella più giovane delle donne è riposta la speranza di un possibile ed armonico equilibrio nei rapporti con l’altro sesso.
(a.m.)
90 – L’ANIMA GEMELLA di Sergio Rubini con Valentina Cervi, Violante Placido, Michele Venitucci, S. Rubini (Italia 2003, col. 104’)
Al suo sesto film, Rubini si diverte a mettere in scena una commedia ebbra e magica, pervasa di erotismo e scandita da riti di stregoneria domestica (il lato magico del “suo” Sud). La storia riguarda due cugine divise dalla condizione sociale (una ricca e viziata, l’altra povera ma bella) innamorate dello stesso ragazzo, che non esita a preferire le grazie della meno dotata economicamente. L’altra non esita allora a far ricorso alle malie di una vecchia fattucchiera di paese. Che rifiuta ma sarà il figlio di quest’ultima, un barbiere truffaldino che fiuta l’affare, a mettere in pratica le sue antiche ricette, finendo però col ritrovarsi coinvolto in una faccenda troppo intricata per essere tenuta sotto controllo e debitamente sfruttata.
(a.m.)
89 – IL VENTO DI SETTEMBRE di A. J. Seiler (Svizzera, Italia, Germania, Francia 2002, b/n 107’)
Dopo 40 anni, l’autore di Siamo italiani, interpella alcuni di quei lavoratori (uomini e donne) emigrati (quasi 500mila) che arrivarono in Svizzera dal Sud Italia. Oggi in pensione, le giovani coppie di allora rientrate a casa si godono i frutti del loro duro lavoro in terra straniera, aspettando con impazienza la visita dei figli rimasti in Svizzera. Non sono solo gli italiani della seconda generazione a sentirsi “metà - svizzeri e metà -italiani” ma un gran numero di emigrati rientrati nel paese natale che passano “la maggior parte del tempo coi pensieri in Svizzera. Manca sempre qualcosa a 40 anni di distanza…La distanza e il desiderio ti spezzano il cuore”. Le riprese sono state effettuate ad Acquatica del Capo.
(a.m.)
88 – PESCI O PUTTANE di Cesare Fragnelli con Mimmo Rossini, Michele Sinisi, Franca Friuli (Italia 2002, col. 60’)
Inchiesta in forma docu-fiction, girato in digitale a Taranto (borgo antico), è un film con impianto realistico ed enfatizza toni e umori malavitosi. La storia inquadra alcuni luoghi della malavita organizzata nei vicoli della città vecchia tarantina (il mercato del pesce, quello delle sigarette di contrabbando e quello delle giovani prostitute albanesi sbarcate sulla costa pugliese). Adescate da alcuni annunci che promettono guadagni per una serata da “accompagnatrice”, le povere malcapitate cadono nella trappola della prostituzione, ordita da boss che gestiscono il giro della moderna tratta delle bianche proveniente dai paesi dell’Est. Chi sbaglia paga con la vita. Ieri il traffico delle sigarette, oggi si smerciano pesci e puttane.
(a.m.)
87 – NEMMENO IN UN SOGNO di Gianluca Greco con Martina Stella, Ahmed Ugurlu, Giuseppe Battiston, Nicola Pignataro (Italia 2002, col. 85’)
Un pastore asiatico è affascinato da quell’Italia dei balocchi raccontata dagli spot pubblicitari delle tv nostrane. Sbarcato in Puglia con una capra e un ombrello, si ritrova in un villaggio turistico, dove sembrano realtà tutti i suoi sogni: parla un linguaggio infarcito di frasi fatte e slogan televisivi e i turisti lo considerano un vero e proprio profeta. Ma la sua permanenza è movimentata da una misteriosa valigetta, appioppatagli dagli scafisti e molto ambita da due malavitosi…Il film è stato pressoché girato in un villaggio vacanze di Peschici, eccetto poche sequenze ambientate nella zona portuale di Trani.
86 – UN GIUDICE DI RISPETTO di Walter Toschi con Tony Sperandeo, Philippe Leroy, Marina Suma (Italia 2002, col. 100’)
E’ la federiciana Oria a fare da sfondo per la sede dove viene trasferito, nei primi anni Settanta, un giudice poco gradito dai “poteri forti”. Ma anche qui non tarda a rendersi conto della dura realtà e lavorare con fatica, tra difficoltà e minacce, fino a quando non viene costretto a rassegnare le dimissioni. Ma il giudice non molla… Il regista, il cui vero nome è Bruno Mattei, viene dal montaggio e ha all’attivo una decina di film di genere a basso budget. In questo b-movie, Toschi utilizza molte comparse scelte tra gli abitanti della cittadina brindisina, fra le quali emerge Lorenza Conte, all’epoca nota “pasionaria” delle lotte al caporalato in Puglia.
(a.m.)
85 – AZZURRO di Denis Rabaglia con Paolo Villaggio, Francecso Pipoli, Soraya Gomaa (Italia 2002, col. 82’)
Storia del viaggio di un pensionato dal Salento alla Svizzera (dove lavorò da emigrante) per raccogliere i fondi necessari all’operazione che renderà la vista alla nipotina. Una favola lieve ma amara, con un lieto fine, interpretato da un sempre misurato Villaggio nella sua umiltà . Per questa interpretazione Villaggio ha vinto il Pardo d’argento al festival di Locarno. La Puglia di Azzurro è suggestiva e antica, la Svizzera rappresenta la speranza e il futuro per la piccola, ma anche il passato per il vecchio nonno: due mondi distanti che sono forzatamente uniti nella vita del protagonista.
(a.m.)
84 – ZANA – L’IMPREVISTO di Daniela Alviani con D. Alviani, Daniel McVicar, Germano Benincaso (Italia 2001, col. 104’)
Il film porta la firma di Daniela Alviani che, oltre ad averlo scritto, sceneggiato e interpretato, lo ha diretto assieme ad un autore di corti per raccontare una storia presa a prestito dalla drammatica realtà odierna: Zana è l’unica superstite della sua famiglia alla guerra etnica in Kosovo; scappata in Italia, arriva con gli scafisti clandestini nella speranza di raggiungere lo zio trasferitosi da un decennio a Foggia. E qui ricominciano le peripezie per la ragazza. Interamente girato in Puglia, tra Foggia, Lucera, il Gargano e Cagnano Varano, dove è stato ricostruito lo stesso Kosovo.
(a.m.)
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