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Siamo un esempio.

14 06 11 @ 04:38  silvio.maselli

Se devo considerare questi dati, allora noi di Apulia film commission siamo un esempio.
La maggioranza assoluta del nostro staff, anche contando le posizioni di vertice, è composta di donne.
Bello no?!

http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/13/news/13_6_now_donne_sempre_una_minoranza_forza_di_katia_brega-373799/?ref=HRERO-1


“Mi sintonizzo con Dio”

12 06 11 @ 03:03  silvio.maselli

Qualche giorno fa, a Roma, un nutrito gruppo di cineasti s’è riunito per discutere, finalmente, del merito dei contenuti di chi fa cinema in Italia oggi, invece che di duopolio e tagli al Fus. L’idea diffusa tra loro - prevalentemente appartenenti alla generazione TQ - è che troppo spesso, soprattutto i giovani cineasti, si auto censurino pur di arrivare all’opera prima (o comunque all’opera cinematografica tout court) e che a furia di auto censurarsi, non siano più in grado di guardare alla realtà quale principale fonte di ispirazione.
Per questo il cinema italiano degli ultimi anni, ha scelto il genere della commedia quale via di fuga e, insieme, quale unica possibilità di espressione.

Ma ogni tanto sfugge all’auto censura qualche nuovo autore o nuova autrice e, con loro, qualche coraggioso produttore e distributore.
Non mi credete? Pensate che il cinema italiano sia finito oppure sia appannaggio dei soli Garrone e Sorrentino? O, ancora, pensate che a dire qualcosa siano rimasti solo i vecchi maestri incapaci di fare una scuola come Bellocchio?

Bene, fate così, stasera andate al cinema a vedere “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher e inneggiate al nuovo cinema italiano, capace di dire e di dire bene, di unire contenuto e forma, di dominare il mezzo cinematografico senza lasciarsi dominare dall’ansia di dire tutto alla prima opera. Un cinema che ha il coraggio di mettere il dito dentro la piaga, senza sconfinare in facili e predatorie polemiche (la pedofilia di molti parroci, ad esempio, che viene abilmente schivata).

“Corpo celeste” è un film che parla di religione e di mediazione culturale, di spiazzamento culturale e di povertà d’animo, di fede anchilosata da troppa liturgia e di morbosità affettiva annientata da troppo amore per il potere, di commistione tra politica e fede e parla di una distanza tra la chiesa e la religione in nome della quale è stata eretta.

Brava Alice Rohrwacher, viva il cinema italiano.

Per saperne di più: www.circuitodautore.it - http://www.youtube.com/watch?v=ihySbwPKchc


Il generale dei briganti.

10 06 11 @ 11:21  silvio.maselli

Ricevo e pubblico volentieri, perché a sto giro abbiamo sbagliato noi e ce ne assumiamo la responsabilità:

“Un grande cantautore meridionale, Rino Gaetano scrisse nella sua
canzone forse più riuscita, il verso “Mio fratello è figlio unico
perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo”. Tutta la
troupe del film “Il Generale dei briganti” ha ripensato a quelle
pungenti parole, leggendo le feroci accuse del signor Rocco Biondi
riguardo al lavoro di cui abbiamo da poco iniziato le riprese. Il
signor Biondi, certamente per amore riguardo la storia del meridione e
delle lotte portate avanti dai briganti, si scaglia contro il nostro
progetto, accusandoci di superficialità e ignoranza storica. Ma il
signor Biondi non solo non ha potuto vedere il film (dovrà aspettare
l’autunno, abbiamo appena iniziato a girare!!) ma non ha nemmeno letto
la sceneggiatura. Se lo avesse fatto avrebbe saputo che “Il generale
dei Briganti” è frutto di oltre due anni di lavoro molto intensi:
ricerca storica, documentazione storiografica iconografica e persino
merceologica, perché non solo le vicende narrate, ma anche costumi,
ambientazioni, acconciature, arredamenti ed ogni piccolo particolare
rispecchi le vicende narrate. Se chi si scaglia contro di noi avesse
letto il copione scritto con profonda cura da Paolo Poeti e Giovanna
Koch, saprebbe che raccontiamo le vicende di cui Crocco fu
protagonista, senza mai falsificare la storia, pur confezionando un
prodotto artistico e non un semplice documentario. Raccontiamo dunque
la delusione dei briganti per come andarono le cose dopo l’iniziale
patto stipulato con Garibaldi, come avremmo potuto fare altrimenti? Se
chi ci attacca avesse contezza del film che stiamo girando, saprebbe
che sull’immagine di una nave che porta lontano il valoroso Carmine
Crocco, si racconta della sua angusta fine nel carcere di
Portoferraio, nonché di come l’iniziale condanna a morte venne
furbescamente tramutata in ergastolo, così da rendere meno pericolosa
l’immagine eroica e simbolica di Crocco fra la sua gente. Vorremmo
rassicurare gli studiosi del brigantaggio, che il nostro lavoro
rispetta profondamente la storia del meridione italiano, e tenta di
raccontarne una parte (peraltro controversa e lunga) proprio nel
150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, per offrirla in prima
serata al pubblico di Rai Uno. Sarebbe bastato -prima di strepitare e
condannare il lavoro meticoloso e complesso di un gruppo produttivo ed
artistico italiano- chiamarci per chiedere lumi sulle inesattezze
lette in un comunicato stampa: avremmo rassicurato il signor Biondi e
tutti coloro i quali si sono inalberati, e fortemente preoccupati
senza averne ragione certa. Naturalmente dispiace anche a noi che per
un disguido (forse una sinossi trovata su altre fonti) sia comparso
sul sito dell’Apulia film Commission (il cui eccellente lavoro non
smetteremo mai di lodare) un comunicato stampa che non raccontava con
precisione il nostro film, ma ci dispiace anche (e ci lascia
perplessi) che oggi sia più facile avvitarsi in polemiche violente
anche quando esse non hanno nessun fondamento nella realtà. Amiamo il
meridione, caro signor Biondi, e abbiamo intenzione di far tutto
fuorché offenderlo!
Vorremmo a tal proposito sottolineare come la Ellemme group abbia
deciso ancora una volta di realizzare le riprese INTEGRALMENTE nel sud
Italia, dando così lavoro a tantissimi italiani (meridionali in
particolare), a differenza di altre produzioni che per risparmiare
girano in Argentina, in Portogallo o nei paesi dell’Est vicende che
narrano storie del nostro paese, paradossalmente “ricostruito”
altrove. Lavorare in Italia con lavoratori italiani è una scelta
precisa -e costosa- di cui andiamo orgogliosi. A tal proposito è
d’obbligo per noi ringraziare pubblicamente l’Apulia film Commission
per il contributo prezioso con cui supporta le produzioni che scelgono
il territorio e la manodopera locale. Siamo convinti che se la Puglia
è diventata un set così appetibile per chi fa cinema o televisione è
anche grazie al fondamentale aiuto di chi ha saputo valorizzarne le
potenzialità, come ha fatto e fa l’Apulia film Commission, che ci
aveva già dato una grande mano nel 2010, quando producemmo “Mia madre”
(altro film interamente girato in Italia), enorme successo di pubblico
e critica.
Riassumere una vita ricca come quella di Carmine Crocco e in due
sole puntate è molto difficile, ed è possibile che il nostro lavoro
potrà scontentare qualcuno, che non vi piacciano gli attori scelti, o
le scelte di regia. Ma vi preghiamo di vederlo -in autunno, quando
verrà trasmesso da Rai Uno- prima di applaudirci o fischiarci. Siamo
certi che anche Rino Gaetano approverebbe questa richiesta! Intanto
promettiamo di pubblicare entro domani un comunicato stampa che
riassuma REALMENTE il nostro film, sperando di avere incoraggiamenti,
critiche, consigli e quant’altro sul nostro lavoro.”

La troupe di “Il generale dei briganti”;
La ELLEMME group
Vanessa Ferrero


Pmi

09 06 11 @ 04:45  silvio.maselli

Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI (piccole medie imprese), attivato per supportare le imprese di diversi settori industriali italiani, sarà esteso anche al settore cinematografico; la notizia è stata data durante un seminario presso il Ministero dello Sviluppo Economico: “È un traguardo fondamentale per il nostro cinema, un riconoscimento della sua importanza strategica per lo sviluppo del Paese e della sua dignità di vero e proprio comparto industriale” ha affermato davanti ai presenti il presidente Anica, Riccardo Tozzi. “Ritengo - ha aggiunto Tozzi - che questo strumento sia utile per rafforzare il processo già in atto che vede la creazione di nuove imprese di produzione cinematografica, di distribuzione e tecniche”. Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, nato nel 2000, è un meccanismo di garanzia, da parte dello Stato, che favorisce l’accesso delle PMI alle fonti finanziarie e al mondo del credito. Recentemente rifinanziato per 2 miliardi di euro fino al 2012, il Fondo può garantire le imprese fino a 1,5 milioni di euro di e-
sposizione. Lamberto Mancini, segretario generale Anica, ha avanzato la proposta di aprire un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico che coinvolga tutti i soggetti pubblici che dedicano risorse al Cinema, in primo luogo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

fonte: e-duesse


Closing the gap

08 06 11 @ 10:07  silvio.maselli

Abbiamo pubblicato il bando, fatto un comunicato stampa, postato su facebook la notizia del bando, inviato una newletter.
Eppure nessun pugliese si è iscritto a “Closing the gap”, workshop internazionale finanziato dal programma Media (cui noi abbiamo partecipato, vincendolo…) e rivolto a giovani produttori europei che vogliano apprendere al meglio gli strumenti per finanziare opere cross mediali.
Peccato, perché oggi il clima è bellissimo: trenta professionisti europei e in gamba. Ma solo una pugliese che peraltro vive in Spagna.
Ragazzi, ma siam pazzi?
A queste occasioni non si rinuncia.

Ps
Ieri sera bellissima serata per la presentazione dei lavori di Progetto Memoria 2010/2011.


Enzo Del Re

07 06 11 @ 03:34  silvio.maselli

Un tempo riempiva i teatri e gli bastava una sedia, la sua voce cantilenante e testi al fulmicotone che spingevano alla consapevolezza e alla lotta.
Oggi se n’è andato così, senza che ci accorgessimo di lui, teatralmente, à la Monicelli forse. Chissà.
Un documentario di Nicola Morisco e Daniele Trevisi ed un altro di Angelo Amoroso D’Aragona parlano di lui. Ma soprattutto una sua canzone ha dato il titolo al bel film di Guido Chiesa. E quel testo, quel “lavorare con lentezza” con il quale ancora il primo maggio dello scorso anno accompagnava la festa di generazioni più giovani di lui, rimane il suo testamento spirituale. Lasciato ai posteri senza che questi gli riconoscessero almeno la cosiddetta legge Bacchelli, pensata per sostentare gli artisti ridotti in povertà, quale lui era, afflitto anche dalla quotidiana dialisi.
Ci mancherà il tuo fraseggiare arguto. Addio Enzo.

http://www.youtube.com/watch?v=4EZYXrOnn0M


Son dolori.

06 06 11 @ 10:09  silvio.maselli

Se i Paesi della ex cortina di ferro si mettono a fare funding serio, son dolori e allora si che la delocalizzazione diventerà una piaga difficilmente rimarginabile:
http://www.filmneweurope.com/news/bulgaria/film-funding-approved-in-bulgaria


Un amore.

06 06 11 @ 10:12  silvio.maselli

Oggi ho dovuto trascorrere la giornata fuori. Ma n’è valsa la pena.
Sono stato su un set nel cuore della incantevole foresta umbra, nel centro del Gargano.

Lo sapete: da Foggia si prende una veloce statale per Manfredonia e si attraversa una piana a tratti seccata dal sole e a tratti lussureggiante di coltivazioni estese per chilometri. Sulla sinistra si staglia maestoso e muto il Gargano, promontorio arso eppure così magniloquente nella sua silhouette scolpita come fosse una vernice formalista. Poi s’apre il mare magno e sullo sfondo il terminal del petrolchimico, simbolo diabolico di modernità e novecento.
M’immergo nelle gallerie e per chilometri bordeggio il monte, ma “dietro una curva, improvvisamente, il mare”. Così canta il poeta Ivano Fossati.
E riparto lungo una tortuosa teoria di curve mozzafiato, di saliscendi ripidissimi, di moto che curvano, di gomme che stridono, di vegetazione silvestre, di uccelli e farfalle, di montagna che prova a rubare la scena al mare placido di giugno.
E sono a Mattinata, lungo l’incanto dello strapiombo.
Lo confesso. Mi sono fermato, solo. Musica sullo sfondo, a guardare giù, lungo il dirupo. Ammutolito da un mare che sembra disteso per coprire le pudenda di una montagna che non ama specchiarsi nel mare irrequieto e attende paziente la calma primaverile per far mostra di sè, della propria forza irruente.
Riprendo.
E di nuovo curve precipitose, aghi di pino sul fondo, la magia dei faraglioni, discese ripidissime, le grotte a mare e Vieste, con la sua comoda vita turistica, con i tedeschi che attraversano premurosi sulle strisce, con i bambini felici di un mare in calma piatta.
E ancora salgo, veloce, sulla montagna incantata, m’immergo nella prima vegetazione del sottobosco, aree pic nic, maialini che attraversano la strada, belati di pecore in amore con l’erba che sa di nuovi sapori, ruminanti in silenzioso lavorìo di mascelle e bancarelle col miele, silenzio del bosco, calma, piano, curve più dolci, salita e discesa, il fresco ombrato riparo. Il set sul laghetto.

In giornate come questa, torni a casa dopo cinquecento chilometri e ti dici che lavoro fantastico che facci(amo).
Per il cinema, per la creazione artistica, daremmo l’anima.
Ma più d’ogni cosa c’è un amore più grande che si chiama Puglia. La terra. La mia terra. La nostra anima.
Il Gargano è un patrimonio da rispettare, da conoscere, da fare amare.
E’ anche questo l’obiettivo. Mai dimenticarlo.


Quando la politica si fa pervasiva e ossessiva compulsiva.

06 06 11 @ 09:32  silvio.maselli

Stamattina presto, insieme alla lettura dei giornali, sono stato raggiunto da un google alert con questa notizia:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/piemonte/2011/06/05/visualizza_new.html_840595974.html

“‘Steve della Casa, presidente di Film Commission non partecipi domani all’Infoaut Festival, perche’ la sua presenza e’ incompatibile con la celebrazione dell’illegalita’ e dell’antagonismo promosso dagli esponenti dei centri sociali torinesi e dai protagonisti dell’eversione, antisemiti, violenti e avversi alle Istituzioni'’. Lo sostiene Augusta Montaruli, vice capogruppo Pdl in Regione Piemonte ‘’O Della Casa rinuncia alla sua presenza - dice Montaruli - o mi impegnero’ personalmente in Consiglio Regionale alla revoca della sua nomina all’interno del CdA della societa”’.(ANSA).”

e ci sono rimasto secco.

La politica è davvero una brutta cosa sporca se non si fa gli affari propri e pretende di mettere becco negli affari delle società controllate i cui nominati rispondono alla propria coscienza e alle regole dei codici, non a chi li ha nominati, castigando le intenzioni culturali, negando le occasioni di dialogo, intimidendo un professionista.
E diviene addirittura ossessiva compulsiva, la politica, se minaccia apertamente e così sfacciatamente ritorsioni contro la scelta e l’espressione del libero arbitrio di un uomo pubblico stimatissimo per la sua libertà com’è il collega Steve Della Casa.

Personalmente dirigo la film commission da quasi quattro anni e mai, dico mai, qualche esponente della maggioranza di governo regionale mi ha raggiunto con una pressione di qualunque tipo.
Comunque la si pensi, è vero che le distinzioni tra destra e sinistra si annacquano nell’attività amministrativa quotidiana. E i qualunquisti hanno gioco facile a dire che destra e sinistra sono uguali.
Ma chi da giovane faceva il saluto romano a Predappio in ossequio al duce, come molte foto che ritraggono la politica piemontese testimoniano, può normalizzarsi quanto vuole, ma sempre fascista rimane.

PS
Per documentarsi:
http://www.facebook.com/topic.php?uid=31919582251&topic=16828
http://www.consiglioregionale.piemonte.it/9/assemblea/curriculum/montarulia.htm
http://www.google.it/search?sclient=psy&hl=it&site=&source=hp&q=augusta+montaruli&btnG=Cerca+con+Google&aq=f&aqi=&aql=&oq=#q=augusta+montaruli&hl=it&sa=G&prmd=ivnso&source=univ&tbm=nws&tbo=u&ei=iTrtTdLoHonZsgb2p-XnCg&ved=0CHoQqAI&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.&fp=e9f2a7c13efdafbc&biw=1280&bih=627


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