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Arriva “L’uomo nero”

01 12 09 @ 09:58  silvio.maselli

Mentre ancora festeggiamo il successo straripante al botteghino di “Cado dalle nubi” e ne godiamo con Gennaro Nunziante e Checco Zalone, ecco che - venerdì prossimo 4 dicembre - arriva in circa duecento sale italiane il nuovo film di Sergio Rubini, “L’uomo nero”, interamente girato in Puglia tra San Vito dei Normanni, Mesagne e dintorni.

La sceneggiatura ci aveva colpito moltissimo per i livelli di lettura ed il lavoro sulla memoria; le riprese ci avevano rapito per la splendida composizione formale ed ora, qui in film commission non vediamo l’ora di goderne al cinema.

Intanto ci intratteniamo leggendo la critica di Paolo Mereghetti apparsa oggi sul Corriere della sera, che soddisfazione.

A Sergio, a tutto il cast, alle maestranze che vi hanno lavorato, agli amministratori coinvolti, ai territori partecipi in produzione, alla produttrice e a noi tutti di apulia film commission l’augurio di continuare così.
Que viva el cinema!

 

Il passo giusto della commedia

di PAOLO MEREGHETTI

Non è la prima volta che Rubini torna agli anni dell’infanzia per il soggetto di un suo film né che rievoca la figura del padre ferroviere. Ma mai con la precisione di quest’ultimo lavoro: persino i quadri che si vedono alle parete che il padre del film dipinge, sono quelli dipinti dal padre reale.

Come se dopo tanto “girare intorno” alla figura paterna, volesse farci i conti definitivamente, pur rivelando — nella scelta di interpretarlo lui stesso — un legame che rasenta l’”identificazione”.

Eppure, qualche conto in sospeso Rubini lo vuole risolvere, a cominciare da quello con la critica o comunque con i pregiudizi di coloro che, come il professor Venusio e l’avvocato Pezzetti, non sanno vedere nelle persone le loro vere e autentiche qualità. Un “errore” in cui incorre anche il piccolo protagonista del film, il figlio del capostazione-pittore, che a volte scambia le sfuriate del padre per mancanza di affetto (e i rimbrotti della madre per ingiustizie), e non capisce invece che sono caso mai la dimostrazione di un “eccesso” di affetto. Ecco, la qualità principale di questo film, capace di trasmettere alla storia un’aria di soffusa malinconia pur nel suo simpatico ritmo da commedia (l’episodio con la vedova Pavone è un gioiellino), è proprio il bisogno di far uscire allo scoperto l’umanità e la dolcezza dei due genitori senza però trasformarli mai in due “eroi”, anche solo di una commedia.

La storia del film non riserverà loro l’occasione di una eclatante rivincita sulla piccineria dei concittadini, e forse il piccolo Gabriele (e ai tempi il piccolo Rubini) ne soffrirà, ma come confessa il fantasma del padre al figlio venuto a seppellirlo, le “rivincite” sono poca cosa. L’importante è la coscienza di essere nel giusto. E questa volta Rubini dà proprio l’impressione di averlo raggiunto, quel “giusto”.

 


Bondi.

30 11 09 @ 05:13  silvio.maselli

“In una lunga lettera a ‘Il Giornale’ di domenica, il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi chiarisce la sua idea di politica e di sostegno al cinema: “Lo Stato italiano continuerà a finanziare la produzione dei film italiani”. Bondi si sofferma sul reintegro del Fus con i 60 milioni stanziati in estate; sulle polemiche del mondo dello spettacolo dopo la sua lettera al ‘Foglio’ successiva alla Giornata dello Spettacolo che si è tenuta al Quirinale; sull’introduzione del tax credit e del tax shelter: “In questi anni il modello di finanziamento del cinema ha costretto praticamente registi e produttori al servaggio, di qualsiasi colore fosse il governo in carica. Per questo motivo ho introdotto un sistema che possa condurre dal finanziamento diretto, che dà potere alla politica di influenzare il cinema, a quello indiretto, che rende libero il settore”. Bondi si impegna a prorogare la validità del tax credit e del tax shelter di cui “chiederò copertura finanziaria anche per il 2011 e che mi sforzerò di rendere definitivo”. Sul finanziamento ai film Bondi specifica: “La mia proposta è di lasciare il finanziamento diretto solo per le opere prime e seconde, ovvero quelle dei giovani, così da creare le condizioni per rilanciare il cinema come accadde negli anni 60″. Oltre al finanziamento diretto e a quello indiretto Bondi specifica “che resta valido il contributo sul biglietto che lo Stato riconosce come quota da reinvestire nel settore”.

fonte: e-duesse


Cado dalle nubi.

30 11 09 @ 10:41  silvio.maselli

In tre giorni, nel suo primo weekend, il film opera prima del ‘nostro’ Gennaro Nunziante con protagonista il ‘ nostro’ Checco Zalone, ha incassato 2.684.744 € con una media copia di 6.327 € in 424 sale italiane.

E’ stato visto in tutte le regioni italiane con un successo clamoroso nel solo primo weekend e che racconta di una notevole futura cavalcata commerciale del film.

L’Apulia Film Commission, il cui marchio campeggia tra i primissimi nei titoli di coda del film, ha contribuito garantendo parte delle spese di ospitalità in fase di realizzazione del film e assistendo la produzione prima e durante le riprese.

Sostenere piccoli film come questo, ma dal grande valore promozionale e comunicativo è la dimostrazione del buon lavoro che stiamo facendo.

Certo, Checco Zalone è molto molto popolare e questo giova al successo commerciale del film (ch’è un buon film e diverte moltissimo), ma rimane la considerazione che il nostro lavoro fa bene alla Puglia e ai Sud.

E chiacchiere non ce ne vogliono, avrebbe scritto Gennaro Nunziante!


Imbarazzo della scelta.

27 11 09 @ 11:43  silvio.maselli

Stasera, mentre si apre la nuova edizione del Festival del cinema indipendente di Foggia, nel capoluogo ci sono contemporaneamente: il concerto di una nota band di musica elettronica per Time zones, Vladimir Luxuria per un reading, la prima di “Cado dalle nubi” di Gennaro Nunziante con Checco Zalone e Irruzione pubblica al Kismet, contest di giovane teatro sperimentale guidato da Reggimento carri e Fibre parallele. Ho scelto di seguire loro, gli enfant prodige del teatro contemporaneo italiano (e regionale) e li segnalo, perché sono la next big thing del teatro di oggi e di domani.

Che mestiere meraviglioso facciamo quando riusciamo a farlo coincidere con quel che ci piace veramente fare: lasciarci abbacinare dalla realtà, colpire dalla fantasia, sorprendere dalla creazione del genio umano e smetterla di perder tempo dietro le persone e le cose inutili.

 


Niente di buono.

27 11 09 @ 12:23  silvio.maselli

Veder piangere ora, in tv, un uomo con una bandiera Cisl, di cinquant’anni davanti ad un microfono e una cronista che gli chiede “di cosa ha paura adesso?”, incapace di dire “perdere il lavoro” mi intrisisce e commuove profondamente. Tanto più nel vedere le teste rotte per mano di poliziotti mandati a sedare un bisogno primario, quello alla dignità.

Come era assai prevedibile stanno arrivando i conti finali e migliaia di posti di lavoro stanno andando in fumo. Al sud non ce ne rendiamo bene conto perché molta parte della economia meridionale si regge su una forte presenza della Pa. Purtroppo. Ma non sempre è così, basta chiedere ai tantissimi dipendenti di Eutelia Bari…

E, davanti a tutto questo disastro, vedo chi parla di forza eversiva riferendosi ad uno dei tre poteri dello stato.

Ricordo di aver studiato sui libri sacri, sui manuali che per me allora, giovane giurista e scienziato politico, e poi storico e poi manager sono stati nutrimento di valori alti e non mi capacito di rivedere tutto di nuovo il disastro, come in un film dell’orrore. Come il cosiddetto “abbandono terapeutico” subìto dal povero Stefano Cucchi.

La mia Italia riuscirà mai davvero a crescere, mai davvero a cambiare?


Talenti.

26 11 09 @ 11:48  silvio.maselli

C’è una cosa che che mi ha profondamente colpito di quanto ha detto Roberto De Feo durante la presentazione del suo nuovo corto “Ice cream”, bel progetto a quattro mani firmato insieme a Vito Palombo.

Non era un semplice complimento al lavoro di Apulia Film Commission, era di più, era una chiave interpretativa del nostro quotidiano lavoro.

Ha detto che da quando esiste l’Apulia film commission lui sente in giro più coraggio, più forza di fare cose un tempo non immaginabili o sostenibili. Ha parlato di una sensazione generazionale e, insieme, trasversale.

Ecco, De Feo ha colto il senso vero del nostro lavoro: chiunque sa che ci siamo sempre, anche quando non dovremmo nemmeno dare ascolto. Chiunque vedrà che il Cineporto di Bari, nostra casa definitiva è fatto di vetri come a dire plasticamente della volontà di essere aperti, ospitali, trasparenti.

In quel ri/trovato coraggio c’è tutto il cuore di quel che avev(am)o in animo di fare con la nostra comune creatura. Una grande film commission a protezione di tutti e tutte i/le creativi/e di Puglia e capace insieme di dare ospitalità a tutti i bisognosi.

Ovviamente nessun percorso è lineare e perfetto. Abbiamo commesso sicuramente errate valutazioni, ma sono certo che in quei due ragazzi di Puglia abbiamo trovato il talento e, d’altra parte, che altro è il nostro mestiere se non scorgere il talento lì dove altri non sanno vedere?


Lapland.

24 11 09 @ 04:11  silvio.maselli

La Lapponia è la regione più a nord della Finlandia. La sua capitale è Rovaniemi, nota ai più come la città dalla quale passa il circolo polare artico e dove fa le sue scorrazzate Babbo Natale, alias Santa Claus. Anche qui dove mi trovo adesso c’è una film commission (www.filmlapland.fi) la cui responsabile, conosciuta al mercato di Berlino a febbraio del 2009 mi ha invitato oggi a tenere un workshop a tutti i responsabili dei principali assessorati ed enti che si occupano di turismo e sviluppo economico in Lapponia per dimostrare loro il nostro modello che qui considerano una best practice. E se non bastasse, i primi di dicembre, ci ha invitato la regione Basilicata a fare lo stesso da loro, convinti che la Puglia è molto avanti  nel settore dell’audiovisivo. A volte, si sa, bisogna molto camminare per trovare buon senso.

 

Per me è stato un onore ricevere l’invito e mi sono messo sotto nello studio per fare una presentazione all’altezza della occasione. Ed ho scoperto che le cose che abbiamo fatto ci hanno sommerso a volte, non consentendoci nemmeno di gustarci il momento del riposo, ma che sono state cose incredibilmente grandi.

Alle 9.30 del mattino, quando ho iniziato il mio speech, il cielo era ancora blu scuro. Alle 14 sono tornate le tenebre. E’ per questo che forse, almeno d’inverno, difficilmente qui possono fare cinema, ma di sicuro vivono con ritmi molto più prossimi a quelli naturali di noi. Esci dalla cittadina e ti immergi nella bruma, nella neve, in sterminati campi di alberi sempreverdi, tra le corna delle renne, con i latrati degli husky in sottofondo. Uno scenario meraviglioso che mi ricorda la necessità di tener sempre viva la parte più naturale di me.

 

 


163/2006.

18 11 09 @ 10:52  silvio.maselli

Io odio il codice dei contratti e degli appalti.
Lo odio perché è ipocrita e spesso folle.
Il Cineporto di Bari sarebbe pronto già da dieci mesi se non ci fosse stato un legislatore ubriaco di regole pensate per frenare la volontà e la passione dei manager e dei politici e consentire di cavillare per mesi a tecnici e ditte appaltatrici.

La responsabilità, sia chiaro, è della norma, non di chi le interpreta. E i miei fremori aumentano, la febbre incalza, la voglia di rompere a testate ogni spigolo con essi.

Mangio la foglia e vado avanti.


Nuove forme di cinema

30 10 09 @ 08:52  silvio.maselli

Ieri pomeriggio ho potuto finalmente dedicare alcune ore al senso vero del mio e nostro lavoro: ho visto, insieme ai suoi autori, uno dei tantissimi film che abbiamo contribuito ad assistere e sostenere nel 2009.

E’ così appagante per chi fa il mio mestiere confrontarsi sui progetti, vederli crescere, cambiare, migliorare che sono riuscito a staccare quel maledetto cellulare, a chiudermi nella stanza e a entrare nel film, cosa rara e preziosa, per cui ringrazio Cesare e Alessandra e quel momento in cui anni e anni fa, decisi che questo sarebbe stato - più o meno - il mio lavoro.

Venendo alle novità, segnalo uno sguardo sul futuro del format di esercizio cinematografico, riportando questo articolo apparso su La Repubblica di oggi, pagine economiche:

ROMA - Cosa non si fa per portare la gente in sala. “La nostra missione è quella di proporre un nuovo modo di usufruire del cinema”, promette Giuseppe Corrado, presidente e ad del neonato The Space Cinema, il più grande circuito cinematografico italiano (frutto della partnership tra la società 21 Partners di Alessandro Benetton e il guppo Mediaset, rispettivamente con il 51% e il 49% delle partecipazioni), che conta ben 242 sale distribuite in 24 diverse strutture del territorio nazionale, con un potenziale di 15-16 milioni di biglietti staccati all´anno.
Per attrarre il pubblico in sala, in un´Italia che soffre di una bassa frequenza media nei cinema (poco più di 2 volte l´anno per persona, mentre in altri paesi europei è di 5-6 spettacoli l´anno), le multisale The Space voglio sorprendere il pubblico sin dal logo, realizzato dai creativi di Fabrica, con varie silhouette animate. Cambierà a seconda del film proiettato: due innamorati che si baciano per i film romantici, un uomo con gli artigli per l´horror. Il nuovo circuito punta a fidelizzare lo spettatore, a coccolarlo: si prevedono strutture di baby sitting e parcheggi gratuiti (a Parma lo scorso weekend l´esperimento ha fruttato un +40% di incassi), l´offerta di student card e 18 sale con schermi digitali, eventi da fruire in 3D. Giuseppe Corrado vuole “conquistare anche chi al cinema non ci va o ci va pochissimo”, il marchio The Space “si aprirà a servizi di ristorazione, shopping, nuove occasioni di entertainment”. Senza nulla togliere alla centralità del film, in sala verranno offerti “contenuti addizionali”: eventi sportivi (campionati di calcio e rugby, competizioni di vela e il moto Gp), concerti rock e musica lirica, proiezioni speciali per adolescenti (già siglato un accordo con la Disney).
La parola d´ordine è “ripensare il modo di andare al cinema”. Un proposito ambizioso, che porta a rivedere i rapporti con i distributori. “Per diventare loro partner anziché semplici clienti”, spiega Corrado, che dopo un piccolo incidente con la Sony evita gli attriti: “Non si cambiano i contratti di noleggio, ma inseriamo premi legati alla resa delle copie nel nuovo circuito”. Un´idea già recepita dalla Disney. Invece sul fronte della pubblicità (una ventina di minuti prima del film che rendono bene), il circuito The Space mira alla valorizzazione dei trailer, coinvolgendo le case di produzione. I passaggi, a pagamento, in alcune multisale andrebbero in “spazi trailer, luoghi ludici dove consumare un happy hour o uno snack, mentre ci si prepara a scegliere il film”. Si guarda a nuovi bacini di pubblico. Nell´Italia multietnica, l´idea di programmare film in lingua originale può portare linfa al box office (si parla di film per rumeni e cinesi). Segnali rassicuranti sull´occupazione: “Le 1050 persone che lavorano nel gruppo The Space Cinema ci sono tutte, non corrono rischi”.


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